Pressante invito al legislatore a rimuoverlo gradualmente.

Il differimento della corresponsione dei trattamenti di fine servizio (T.F.S.) spettanti ai dipendenti pubblici o privati, cessati dall’impiego per raggiunti limiti di età o di servizio, contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione, di cui tali prestazioni costituiscono una componente; lo ha affermato la sentenza n. 130/2023 della Corte Costituzionale.
Tale principio si sostanzia non solo nella congruità dell’ammontare corrisposto, ma anche nella tempestività dell’erogazione stessa.
Si tratta infatti di un emolumento volto a sopperire alle peculiari esigenze del lavoratore in una particolare e più vulnerabile stagione dell’esistenza umana.
Spetta dunque al legislatore, avuto riguardo al rilevante impatto finanziario che il superamento del differimento comporta, individuare i mezzi e le modalità di attuazione di un intervento riformatore che tenga conto anche degli impegni assunti nell’ambito della precedente programmazione economico-finanziaria.

corte costituzionale – decisioni

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