Il Decreto Covid approvato dal Governo il 18 marzo contiene un  colpo di scena sul tema dello smart working. Da che sembrava certa l’uscita, dopo il prossimo 31 marzo, dal regime semplificato emergenziale, il Governo ha spostato la data di cessazione di tale regime al 30 giugno 2022. Sulla base di questa modifica imprevista, continuerà ancora per qualche mese la possibilità di utilizzare il lavoro agile secondo regole e percorsi molto semplificati rispetto alla normativa ordinaria contenuta nella legge n. 81/2017. In particolare, fino al prossimo 30 giugno si applicheranno queste regole:

  • i datori di lavoro, come accade dall’inizio della pandemia, potranno disporre unilateralmente, e con forme semplificate, lo svolgimento dello smart working, senza necessità di firmare accordi scritti con ciascun lavoratore. Infatti, basterà inviare una semplice mail.
  • le comunicazioni amministrative al portale del Ministero del lavoro (Cliclavoro) sull’attivazione del lavoro agile potranno ancora essere fatte con modalità semplificate.
  • le intese sindacali continueranno a non essere necessarie ma solo facoltative, e vincoleranno le aziende solo se queste applicheranno un CCNL o un accordo di secondo livello che disciplina il lavoro agile (come previsto dal Protocollo firmato dal Ministero del lavoro e le parti sociali lo scorso 7 dicembre).

Il ritorno alla normalità slitta al primo luglio, in maniera del tutto imprevista. Questo colpo di scena non è necessariamente un vantaggio per imprese e lavoratori, che stavano utilizzando la scadenza del 31 marzo come leva per mettere in moto la fase, non semplice, di superamento della gestione emergenziale verso quella ordinaria; lo spostamento al prossimo 30 giugno del regime eccezionale potrebbe generare un rallentamento di questo percorso.Anche se continuerà ad applicarsi per qualche mese il regime semplificato, le imprese possono e devono organizzarsi immediatamente per superare la fase emergenziale del lavoro agile, costruendo nuovi modelli organizzativi che, a prescindere dalle questioni giuridiche, siano capaci di valorizzare l’alternanza, la fiducia e gli obiettivi come leve per incrementare la produttività. La scadenza del 30 giugno non potrà, in altri termini, costituire un alibi per continuare a lasciare a casa le persone senza un progetto organizzativo ben preciso, anche in ragione del fatto che l’attuale situazione sanitaria consente di gestire il  progressivo ritorno in azienda in condizioni di sicurezza.

Fonte: Open

Post correlati